Distratto dentro me stesso
mentre il mondo continua
a vorticare.
Contemplo a velocità sostenuta
l’eterno ciclo della corruzione
senza fine.
Le macerie le ho nascoste
sotto a un tappeto di scuse
per viverle ancora.
È rimasto poco di quell’identità
che pensavo di poter mantenere
indefinitamente.
Sono inerme davanti al dolore,
disarmato spettatore di crudeltà
giustificate.
Il tappeto del mio ego è sfilacciato
come i miei pensieri inquieti
spodestati.
Saltuariamente so chi dovrei essere,
lo dimentico con facilità e lascio
sia la vita a trasportarmi nella
corrente di un tempo che non mi
appartiene.
Ricordi, persone, vicende…
Lascio tutto andare alle mie spalle,
la mia identità perduta riflessa
nei giudizi altrui che mi scivolano
addosso.
La speranza è un seme amaro,
sono stanco di lottare contro
questi mulini a vento.
Mi lascio qui, senza difese,
nell’illusione di Essere.
⁃ di Igor Comunale