La Marcia del Folle

Provi anche tu
Ciò che io sento
Quando ti vedo
E il respiro si gela
Al pensiero di noi
Uniti dal fato?

Ma le foglie caduche
Mal sopportano
L’autunno dell’anima
E cadono meste
Prostrate all’inverno.

E la mia strada è segnata
Nell’accogliente solitudine
Che avvolge i miei passi
Mentre il tempo crudele
Disgrega ogni cosa.

Nessuno perdona gli Amanti
E il Folle continua la sua marcia sul baratro.

(di Igor Comunale)

Acciaio Temprato

Ho visitato abissi
profondi nei pozzi
cerulei che mostri
al freddo mondo.

Il corpo non mostra che
una minuscola frazione
della sofferenza celata
agli occhi dell’uomo
laddove luce non giunge.

Ma dove più grande si trova
il dolore si scorge il desiderio
ardente di rivalsa e il coraggio
di chi non intende suggellare
alcun armistizio con la vita.

Sento questo quando vedo
quegli occhi splendenti e
percepisco questo e molto
altro in quella voce che, quasi
incrinata, mai si spezza.

Se l’acciaio temperato di cui
si compone l’anima potesse
avere un nome,
sarebbe il tuo.

(di Igor Comunale)