Come si scrive un romanzo fantasy? – Parte II

Eccoci giunti al secondo appuntamento con questa rubrica. Come promesso oggi tratteremo di un paio di temi interessanti.
La settimana scorsa ho consigliato agli aspiranti scrittori fantasy di partire innanzitutto dalla storia che intendono raccontare. Ora a questo riguardo vorrei sfatare un grande mito: le storie originali non esistono. Detta così l’affermazione suona strana… lasciate che vi spieghi meglio. Il punto è che dai tempi dell’Epopea di Gilgamesh a oggi, ogni tipo possibile di storia fantasy è già stata scritta.
Conoscete la teoria strutturalista a proposito delle fiabe? In poche parole è quella che ci dice che in realtà tutte le fiabe del mondo, se vengono studiate in modo comparativo, si rivelano essere riconducibili a delle tipologie primitive comuni. Per esempio ‘San Giorgio e il Drago’ è una storia che si inquadra nella categoria dell’eroe che si scontra col mostro per salvare la donzella/il villaggio/la sua vita.
Lo stesso vale per il nostro amato genere fantasy. Se prendete tutte le storie che amiamo e le scomponete negli elementi essenziali, salta all’occhio come la struttura sottostante sia sempre la stessa. Per esempio ‘Il Signore degli Anelli’. Gli elementi essenziali sono: il viaggio, la guerra, la cerca. Se prendete la trilogia delle ‘Cronache’ di Margaret Weis e Tracy Hickman, troverete gli stessi temi e la stessa struttura.
Quindi in realtà quando parliamo della nostra storia, quella che vogliamo intensamente scrivere, dobbiamo fare i conti con la realtà: tutte le storie fantasy sono già state scritte. A mio parere, giunti a questa realizzazione, è inutile rimanere incagliati sulla questione che il nostro romanzo debba per forza essere una novità epocale super originale (in fatto di trama).
Non temete però, non rimaniamo per questo privi di strumenti per scrivere un’ottima storia. Ci rimane la possibilità di essere originali nella forma, se non nel contenuto. E’ qui che lo scrittore può veramente riuscire a proporre qualcosa di nuovo o quantomento che non sappia troppo di già visto. Vi faccio l’esempio di Martin, l’odiato/amato autore di ‘A Song of Ice and Fire’ (il ‘Trono di Spade’, ma era figo dirlo in inglese). Già, proprio lui. Anche perché il vecchio Martin non ci presenta una trama così sconvolgente se ci limitiamo a parlare della storia in sé. Ma è la modalità che ha scelto per narrarla a far spiccare i suoi libri sopra agli altri. Quello stile dal punto di vista dei singoli personaggi che alcuni adorano e altri non sopportano. Fatto sta che funziona veramente bene.
Prima ancora di iniziare a scrivere, ma con in mente la storia che vogliamo raccontare e le amosfere da evocare, è giunto il momento di decidere il come. Come racconteremo la nostra nuova storia fantasy? Useremo uno stile particolare? La prima o la terza persona? Tempo imperfetto o presente? Adotteremo un solo punto di vista o più di uno? Il narratore sarà onniscente oppure no? Come sarà il linguaggio? Aulico o moderno? E tante, tante altre interessanti possibilità tutte da vagliare. Questa fase è molto delicata, ma non esistono formule perfette. Qui è lo scrittore a dover scegliere come improntare il suo lavoro. Il mio consiglio è usare il metodo che funziona meglio per voi e col quale siete più a vostro agio. Del resto questo romanzo dovete scriverlo prima che qualcuno possa leggerlo.
Sistemata questa parte, ormai pronti ad affrontare il lavoro vero e proprio della scrittura, possiamo finalmente dedicarci ai nostri personaggi. Non siete costretti ad avere già un’idea precisa e ben delineata di tutti i personaggi del romanzo. L’importante è averne presente almeno qualcuno, come ad esempio i protagonisti iniziali della vicenda e il loro antagonista principale. Non c’é nulla di male nell’aggiungere personaggi in itinere (anche protagonisti). Anzi, questo contribuirà a dare al vostro romanzo un senso di maggiore realismo e di evoluzione cronologica della storia.
Nel creare i personaggi molti autori alle prime armi rischiano di cadere in delle trappole mortali. Una di queste è la minaccia Mary Sue (o Gary Stu). Badate: caderci non significa essere dei cattivi scrittori. In genere capita spesso ai giovani privi di esperienza di non accorgersi del pericolo in tempo, ma la Mary Sue non ha età. Come difendersi da questa creatura spaventosa? L’aspirante scrittore deve utilizzare una sana dose di autocritica e chiedere magari un aiuto esterno a qualche amico. Bisogna analizzare il nostro protagonista (o i nostri protagonisti) e capire se stiamo proiettando su di esso le nostre aspettative e i nostri desideri. La nostra creatura non deve essere un nostro clone più figo. Ovviamente un autore mette in tutti i suoi personaggi una parte di se stesso. Il problema nasce quando il protagonista diventa una vera e propria proiezione nella storia di noi stessi. Ogni personaggio, per essere credibile, deve essere dotato di una psicologia e di motivazioni proprie, che ci servano da strumento nella stesura della nostra opera. Questo perché ovviamente ci teniamo che i nostri lettori trovino il tutto credibile e non sollevino il sopracciglio ogni due per tre davanti all’ennesima “sboronata” autocelebrativa del nostro protagonista.
Veniamo ad un’altra trappola micidiale: ‘i personaggi cristoni fighi allucinanti che fanno tutto loro e nessuno li ferma’. Possono essere protagonisti o antagonisti, ma in questo caso cambia poco. Un personaggio in grado di fare sempre tutto bene, di superare ogni singolo ostacolo e che non è mai in difficoltà:

  1. stanca il lettore
  2. riattiva la sua incredulità
  3. rende la storia prevedibile

Che siano umani o meno, i vostri personaggi non dovrebbero essere dei superuomini sempre e comunque. Se li fornite di qualche debolezza e le fate pure uscire durante la narrazione, se ogni tanto li fate anche perdere, la vostra storia ne avrà solo da guadagnarci. Lo spessore psicologico dei personaggi passa proprio da qui. Il lettore deve poter credere, finché vi legge, che un eroe o un cattivo simile possa esistere realmente. Non importa se è dotato di poteri disumani, l’importante è che siano bilanciati da almeno un tallone d’Achille di qualche tipo. Anche Superman, dopotutto, ha la criptonite.
Con questi consigli (spero utili), apro la caccia alla Mary Sue (o al Gary Stu) e vi saluto! La prossima volta, tenetevi forte, parleremo della creazione del mondo del vostro romanzo fantasy!

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