Che cosa resta
se non il ricordo
di un profilo stagliato
contro il paesaggio
che scorre?
Che cosa se non
labbra premute
in un tramonto
infuocato?
Mani che si cercano
mentre il giorno e
la notte corrono
veloci intorno.
Promesse sussurrate
e poi dimenticate,
sospiri anelati e
pensieri intorbiditi.
Che cosa rimane
se non l’orrore celato
della paura di vivere?
Siamo foglie in un fiume
portate dalla corrente,
a volte vicine, altre mai
così lontane.
Il ricordo sbiadisce
tra le pagine di libri
dedicati al sogno
di fuggire al terrore.
(di Igor Comunale)